Gli Emirati Arabi Uniti sono una federazione composta da sette territori, tutti affacciati sul Golfo Persico: Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujairah, Ras al-Khaima, Sharja e Umm al-Qaywayn, che ha conquistato la completa indipendenza dal Regno Unito solo nel 1971. La popolazione degli Emirati è a maggioranza musulmana sunnita e la maggiore fonte di ricchezza è data dalla presenza del petrolio, scoperto nel Paese tra gli anni ‘50 e ‘60 del Novecento. Negli Emirati Arabi Uniti, le tradizioni religiose e sociali del passato si incontrano con le più moderne infrastrutture e uno dei mercati più ricchi al mondo. In base alle ultime rilevazioni, il Paese si attesta infatti all’undicesimo posto al mondo come reddito pro capite.
La principale fonte di benessere negli Emirati Arabi Uniti è data dall’industria petrolifera, sviluppatasi rapidamente dopo la conquista dell’indipendenza e fortemente orientata verso l’esportazione del greggio all’estero: il Paese ne è infatti l’ottavo produttore al mondo, anche se negli ultimi tempi, complice l’esaurimento delle risorse naturali di energie non rinnovabili, gli emiri hanno avviato piani di diversificazione dell’economia puntando sul commercio, il turismo e i servizi.
Si è creato nel Paese un circolo virtuoso per cui i proventi dell’industria petrolifera hanno avviato un vero e proprio boom edilizio, che ha trasformato in particolare gli emirati di Abu Dhabi e Dubai in veri e propri hub del lusso, in grado di attirare turisti dai Paesi confinanti e dall’estero. Per i produttori di beni alimentari, ma non solo, il mercato degli Emirati Arabi Uniti costituisce quindi un’opportunità di guadagno potenzialmente assai fruttuosa, ed è importante pertanto sapere quali siano i requisiti per poter esportare in questo Paese.
Gli Emirati, in quanto Paese musulmano, sono dotati di un’autorità governativa nazionale —ESMA, Emirate Standardization and Metrology Authority, membro di un’organizzazione che raccoglie i Paesi del Golfo, ossia il GSO. Questa autorità garantisce il rispetto degli standard Halal non solo per il cibo, ma anche per prodotti farmaceutici, cosmetici e di assistenza sanitaria. I prodotti che fanno parte delle categorie sopracitate possono essere importati dall’estero agli Emirati Arabi Uniti solo se in possesso dei requisiti stabiliti dal GSO. Le aziende che vogliono esportare i propri prodotti in questo Paese devono quindi avere una certificazione emessa da un ente riconosciuto dal GSO, che equivale ad una certificazione Halal ivi riconosciuta.
Gli standard GSO sui prodotti Halal sono particolarmente rigorosi dal punto di vista qualitativo: l’obiettivo che l’ente si pone è quello di giungere nel tempo all’armonizzazione a livello internazionale degli standard di certificazione Halal, avvicinandoli al contempo alle normative ISO. Le normative ISO (International Organization for Standardization) sono appunto linee guida che definiscono, a livello globale, i requisiti per la gestione della qualità di prodotti e servizi aziendali con l’obiettivo di garantire la soddisfazione completa del consumatore attraverso un monitoraggio costante nel tempo dei processi produttivi.
La maggiore perizia richiesta, tuttavia, ripaga: in base all’ultimo rapporto della Global Islamic Economy, i prodotti alimentari nello specifico sono il settore più redditizio dell’economia islamica, seguiti a breve distanza dai prodotti per la cura della persona. La popolazione degli Emirati Arabi Uniti si distingue tanto per il rispetto delle tradizioni quanto per l’interesse provato per gli ultimi trend internazionali nell’ambito della tecnologia, del food e della moda.
La qualità del Made in Italy è conosciuta e ricercata negli Emirati Arabi Uniti tanto quanto nel resto del mondo, ma la partita resta ancora aperta per molti produttori. Il riconoscimento di una certificazione Halal compatibile con gli standard GSO permette agli enti produttori che ne fanno richiesta di esportare il Made in Italy anche in questo Paese più facilmente e con sicurezza.