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Negli ultimi decenni il concetto di globalizzazione è diventato fondamentale nelle nostre vite: consumiamo prodotti che arrivano da ogni parte del mondo, per le strade si intrecciano le culture più disparate e nei locali si sentono di frequente conversazioni in inglese, arabo, cinese, hindi… ma soprattutto, le distanze si accorciano, i tempi di percorrenza calano drasticamente, l’alta velocità ci è familiare e quasi la diamo per scontata.

Se prima il viaggiatore era un eccezione, ora è strano non viaggiare, non essere curiosi, non avere fame di conoscenza e di nuove esperienze.

In un mondo in movimento le persone di religione musulmana, che attualmente si stima siano circa 2 miliardi, e il cui numero è in costante aumento, costituiscono un target che sull’economia turistica mondiale ha un peso non indifferente. Nel Corano il viaggio è considerato un’azione gradita per conoscere la storia, la società e la culture altre e quindi utile per apprezzare l’infinità grandezza di Allah.

Se in passato le persone di religione islamica avevano come mete privilegiate i luoghi di culto come La Mecca, altri luoghi di pellegrinaggio o gli altri paesi di religione musulmana, ora le cose stanno cambiando rapidamente. Ma affinché i musulmani possano spostarsi serenamente e usufruire delle strutture ricettive, è necessario che queste rispettino requisiti ben precisi, in linea con ciò che è Halal.

Alcuni esempi di queste esigenze dei turisti di religione islamica sono la presenza di piscine e spiagge separate per uomini e donne, la programmazione di tappe dedicate ai cinque momenti di preghiera obbligatoria giornaliera nell’organizzazione di giri turistici, l’offerta di bevande esclusivamente analcoliche a bordo degli aerei e nei frigobar negli alberghi, oltre che di cibo Halal nei ristorati, l’indicazione del fuso orario e della direzione de La Mecca ovunque ci si trovi.

A supporto dei turisti di religione islamica nel 2014 è nato HalalBooking, per prenotare le proprie vacanze senza la preoccupazione di quali posti sono Halal e quali no. Oltre al sito di ricerca delle strutture, HalalBooking ha anche un interessante blog di viaggi. Un altro progetto che ricopre la stessa funzione di HalalBooking è HalalTrip.

Inoltre sono nati (e continuano a nascere) tanti piccoli progetti, come il blog di Soumaya Hamdi, Halal Travel Guide, fondato nel 2015 e il cui impegno è quello di dare suggerimenti ai viaggiatori musulmani per spingerli a visitare nuove mete in sicurezza.

Oggi, le principali destinazioni del turismo Halal sono Dubai negli Emirati Arabi Uniti, Turchia e Malesia. Queste aree hanno saputo cogliere i cambiamenti e le nuove necessità che negli ultimi venti anni hanno contraddistinto i turisti musulmani. Oltre a soddisfare i requisiti di cui si è parlato in precedenza, queste località hanno puntato sulla sicurezza, attributo imprescindibile per la popolazione musulmana che decide di intraprendere un viaggio (per lo più di tipo familiare). Il fatto di essere paesi a prevalenza musulmana ha agevolato lo sviluppo del turismo Halal, ma non ha rappresentato un elemento decisivo.

Purtroppo in Italia non esiste ancora una vera e propria offerta per il turismo Halal, ma qualcosa si sta finalmente muovendo per quanto riguarda la ricettività alberghiera ed extralberghiera, mancando tuttavia di una necessaria certificazione Halal da enti riconosciuti.

L’auspicio è che le strutture e le attività certificate Halal possano moltiplicarsi così da rendere possibili i viaggi nel nostro paese a una fetta nettamente più ampia di popolazione mondiale.

Fonti:

Geoprogress.eu

Il Post

HalalBooking

HalalTrip

HalalBooking Blog

The New York Times

L’Agenzia di Viaggi Magazine

Halal Travel Guide

Amazon.it

Marketing del territorio