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Capita a tutti di trovarsi a fare la spesa e dover selezionare molto attentamente i prodotti da mettere nel carrello, ciascuno per i propri motivi: golosità, dieta, animalismo, ambientalismo, etc.

Ormai da anni, tra mode, stili di vita e diete varie, il trend del salutismo e della cura di sé sta cambiando il mercato; questo fenomeno, infatti, porta le aziende a voler realizzare prHalal o non Halal? Questo è il problemaodotti che incontrino i gusti di tutti i tipi di persone, quindi tenendo conto delle specificità del loro stile di vita.

Fino al secolo scorso, per lo più non c’era particolare interesse nel sapere cosa ci fosse dietro, come venissero realizzati i prodotti; l’attenzione dei consumatori a quello che acquistavano era limitata, ed essi erano meno consapevoli di tutti i passaggi dietro la realizzazione di un singolo prodotto.

Questo non ha soltanto creato problemi dal punto di vista della qualità dei prodotti e dei rischi per la salute che potevano rappresentare, ma anche riguardo il rispetto della legge, della dignità umana e degli animali.

 

Di fronte a questo problema, già dalla metà del Novecento le diverse società hanno via via portato alla nascita di realtà che potessero contrastare questo fenomeno, ed essere dei garanti per i consumatori: gli organi di standardizzazione e normazione.

 

Inizialmente, questi organi avevano lo scopo di stabilire le norme tecniche valide per tutti i Paesi in merito a standard e procedure ritenute valide nei vari settori dell’economia; essi rispondevano dunque alla domanda “come facciamo a sapere quale sia il modo giusto di realizzare certi prodotti?

Gli enti di normazione e accreditamento, dunque, realizzano le norme tecniche, che stabiliscono “il modo giusto” di fare le cose in un determinato campo, condiviso da tutti.

 

Dopodiché, come si fa a rispondere alla domanda: “come faccio a sapere che quello che compro sia realizzato nel modo giusto?

Qui entrano in gioco gli enti certificatori, organi di controllo che svolgono un processo di verifica delle linee di produzione delle aziende, si accertano che rispettino le norme tecniche nel loro settore e lo dichiarano ufficialmente per mezzo di una certificazione.

 

L’operato di questi enti certificatori è molto importante, perché permettono ai consumatori di avere la certezza che qualcuno si sia preso la responsabilità di controllare se ciò che comprano sia stato prodotto secondo i criteri scelti come quelli corretti.

Per questo motivo, anche i nuovi trend richiedono il loro intervento per garantire alle persone di poter scegliere in sicurezza quello che acquistano.

 

Infatti, dal vegetarianismo al vegan, dal bio all’equo e solidale, oggi sempre più settori del mercato presentano ai loro clienti delle linee certificate, dedicate a queste abitudini, facilitando loro l’accesso a prodotti che sono certi di poter consumare in tutta tranquillità.

 

Tutto questo è venuto in aiuto anche delle usanze religiose; per garantire a quelle comunità di fedeli che magari possono mangiare solo certi tipi di alimenti e realizzati in un certo modo, o che debbano rispettare una determinata etica che interessa le loro abitudini quotidiane, sono nati enti certificatori che aiutano le aziende a offrire beni e servizi che possano soddisfare le loro esigenze, come le certificazioni Halal e Kosher.

 

Questo però non significa che tutto ciò che non è certificato non vada bene; significa solo che con i prodotti certificati si può essere liberi di acquistare quello che si vuole senza temere che, in modo inconsapevole, si stia comprando qualcosa che in realtà non rispetta gli standard del nostro stile di vita.

 

Ecco perché, se si vuole essere certi di comprare qualcosa che sia stato fatto in modo Halal, la miglior scelta resta senza dubbio la certificazione.

 

MA!

 

Come facciamo a sapere se possiamo fidarci? Scoprilo in questo articolo! (link articolo “Certificati Halal: tra aziende virtuose e truffaldine” oppure articolo futuro sul tema, oppure articolo blog WHA sulla guida alla certificazione)